Per la collezione di debutto, presentata durante il fuoriSalone 2018, Sam Baron, Paolo Cappello, Matali Crasset, Lorenzo Damiani, Francesco Faccin, Constance Guisset, e Lanzavecchia+Wai hanno pensato per EXTO mobili e complementi di grande personalità, ma al tempo stesso facilmente fruibili.
La personalizzazione è la parola d’ordine. Metalli laccati, cromati, bronzati o finiti in oro zecchino si mescolano al legno massello di varie essenze per creare arredi dall’identità forte, capaci di esaltare ogni ambiente. Le finiture, realizzate con laccature lucide o opache e l’uso combinato di materiali come cuoio, pergamena, ferro grezzo e acciaio lucido, rendono i mobili EXTO preziosi e unici.
Ne sono un esempio le madie Clockwork, progettate da Lanzavecchia+Wai, nelle quali il noce può essere al naturale o finito con una patinatura a tampone eseguita a mano, gli interni in cuoio con impunture a vista e gli elementi strutturali, versioni volutamente oversize di meccanismi di orologio, forgiati ad hoc in ottone. «Clockwork è una famiglia di madie che celebra alcuni degli elementi funzionali che servono per costruire e utilizzare i nostri mobili e che solitamente sono invisibili, perché nascosti di proposito.” Sottolineano i designer.
Parlando di maestría nella lavorazione dei metalli, sale alla ribalta il tavolino Moirage (in francese “Marezzatura”), una scultura contemporanea in ottone, lucido o satinato, oppure nelle finiture bronzo o nickel lucido. “Un mobile in un certo senso trasparente, con una struttura marezzata. Un omaggio alle costruzioni geometriche e cinetiche” lo definisce la sua autrice Matali Crasset.
E’ invece il legno, in particolare lo splendido noce canaletto, il protagonista nel progetto di Lorenzo Damiani: la famiglia di mobilicontenitore Overlooking, che spazia dal totem a 10 cassetti, al comodino, alla madia. Il nome deriva dalle ingegnose maniglie alari, aggettanti come i balconi di un edificio, che possono contenere oggetti o supportare vassoi aggiuntivi. “Inoltre – precisa il Designer – la possibilità di avere i cassetti con maniglia alare oppure piana, con apertura push and pull, permette di ottenere un fronte diversamente articolato.
”Anche la forma di una sedia può contenere… e a maggior ragione quella della sedia Petal, disegnata per EXTO da Constance Guisset, che così la descrive: “Una sedia che combina la delicatezza delle linee organiche con un’attenzione all’ergonomia. Come una corolla, avvolge l’ospite, accogliendolo con comfort e morbidezza. Lo schienale che va oltre il sedile rinforza la sensazione di protezione e disegna un’elegante ala sulla silhouette posteriore. Le due forme si incontrano per disegnare un profilo voluttuoso.” Stoffa o cuoio si abbinano in Petal al classico e preziosi legno massello.
In varie essenze possono essere anche le gambe del sistema di tavoli progetto da Francesco Faccin. Ma anche in marmo, in metallo, in cemento… e persino una diversa dall’altra nello stesso tavolo. Sostituibili e intercambiabili a seconda del mood del momento, grazie a uno speciale sistema di incastri. E così i ripiani. “Quattro Gambe – proprio questo il nome del progetto – si ispira al funzionalismo puro e al tempo stesso esalta la forma, enfatizzandola con la materia di cui si compone il tavolo.
Più classiche ma non meno intriganti le consolles “Reflets”, pensate per EXTO da Sam Baron: tra il caldo noce massello del ripiano e la purezza dei vasi in esso inseriti, si crea, grazie agli originali specchi con angoli diseguali, un elegante gioco di riflessi (in Francese “reflets”) e di equilibri. La struttura portante a sua volta gioca con le forme, perché la sezione quadrata delle gambe diventa tonda nei piedini.
Trionfano infine la preziosità dei materiali e la possibilità di personalizzazione in “Basilea”, il sistema di librerie nato da una lunga ricerca di Paolo Cappello, che così lo commenta: “Basilea è un progetto che nella logica ricorda un frattale, dove tutto è diventato oggetto di un pensiero circolare, dal micro dei dettagli più nascosti, al macro di un sistema arredo complesso configurabile all’infinito…”
Milano, 16 aprile 2018