Il progetto “Designers for Tomorrow” ha dato vita a una collezione che strizza l’occhio all’haute couture, dalla quale prende in prestito l’irriverenza e la tendenza a mescolare stili differenti, con forme semplici e asimmetriche.
Il riferimento al mondo della moda vuole però essere allo stesso tempo estremamente concreto, una sorta di ritorno alle origini e all’attenzione alla sartorialità, al legame tra forma e funzione. Una linea che caratterizza da sempre il profilo di Favresse, cresciuto alla scuola artigianale dell’ebanista Boulle, e che informa il concetto di design accessibile del marchio Habitat. “Lovely home, lovely people” La ricerca dell’armonia come valore trasversale sia in termini di generazioni che di etnie o cultura. Mobili e accessori adottano talvolta motivi floreali e fanno largo uso di materiali naturali, accostando legno, marmo e pelle. Questa declinazione di stile attinge le proprie ispirazioni da una molteplicità di fonti: dalla cultura barocca al neoclassicismo, fino all’influsso determinante dell’estetica modernista.
Pierre Favresse Inglese di nascita (1979) ma parigino di adozione, Favresse ha un curriculum particolare, caratterizzato dalla formazione artigianale come ebanista alla École Boulle oltre che dalla classica laurea in Design. Inizia la sua carriera a Parigi con Mathieu Lehanneur aprendo poi un proprio studio nel 2010. Poco dopo Hervé Giaoui, Presidente di Habitat, gli affida la direzione artistica. Il suo lavoro si caratterizza per il disegno semplice e sempre attento all’apporto artigianale oltre a quello tecnologico.