Sono sì dieci, le collezioni presentate dal lontano aprile del 2009 ad oggi, ma sono anche altrettanti anni di attività, perché dietro alla prima collezione, come per tutte le collezioni di NODUS, c’è stato un lungo periodo di ricerca e di gestazione.
Dietro alla questa nuova collezione, c’è anche la creatività di otto nomi eccellenti: Alessandra Baldereschi, Marco Carini e Faberhama, alla loro prima collaborazione con NODUS, si affiancano ai “veterani” Nendo, DWA Design Studio, Kiki Van Eijk, Maarten Baas e Laureline Galliot.
Il luogo dove la collezione viene presentata è sempre quello da anni, un punto fermo del fuoriSalone di Brera, ma la sua preziosa segretezza è stata ufficializzata con un nuovo nome ad hoc, di ispirazione bergmaniana: il Posto Segreto del Design. Più laico di “Chiostro della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale” e meno didascalico di “Chiostro Grande di San Simpliciano”, ben esprime tutto l’inaspettato incanto che accoglie chi entra dal quasi anonimo portone di Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro e si ritrova affacciato su uno splendido giardino all’italiana, sotto eleganti arcate cinquecentesche e circondato da altri sontuosi manufatti, più giovani di cinque secoli ma non meno pregiati: i tappeti realizzati dai maestri tessitori di NODUS.
In un chiostro di tale antica e serena bellezza, non possono che trovarsi a loro agio i tappeti “Gloria d’Angeli” e “Commiato di Venere” ispirati rispettivamente da un affresco di Tiepolo e da uno di Ricci, molto amati dalla designer italiana Alessandra Baldereschi, che riguardo al 700 veneziano dichiara: “L’incanto della nostra Storia dell’Arte mi circonda, mi accompagna e mi insegna.”
Sempre l’arte, ma in questo caso l’espressionismo astratto di Marc Rotko, ispira i tappeti “Oltre – Mood indigo” e “Oltre – Sunny” di Marco Carini, che cosìspiega la sua scelta creativa: “Il supporto, il materiale dei tappeti è fibra naturale, come quello dei colori. L’apparente non fare si trasforma in gesto. I toni che stingono, a mano a mano che si asciugano, diventano vibrazione, spontanea. Lasciar fare non vuol dire non avere funzione di controllo.”
Una scelta creativa resa possibile solo dalla grande abilità degli artigiani selezionati da NODUS, che riescono a riprodurre con precisione le delicate gradazioni delle pennellate. Proprio per lo stesso motivo, la qualità della lavorazione ha fatto la differenza anche per il tappeto “Carnival” di Kiki van Eijk, che riproduce un acquarello realizzato dalla designer olandese sulla scia delle emozioni suscitate dal Carnevale di Venezia: “Il rivivere quell’intenso spirito festivo richiedeva una “libertà di movimento” che ho trovato nella tecnica dell’acquerello. Le mani si muovono velocemente sulla carta con pennellate danzanti, …”
Il movimento ha grande importanza anche nel soggetto del tappeto “Banda” di DWA Design Studio, che richiede altrettanta precisione ma è ottenuto addirittura con una tecnica di annodatura. Per gli autori Frederik De Wachter e Alberto Artesani “Banda apre a una prospettiva diversa su ciò che ci circonda, a partire proprio dal nome, che racchiude in sé la molteplicità del suo significato. Un nastro, che si avvolge e scombina i punti di vista per crearne di nuovi, incoerenti, ma preziosamente irripetibili. È un gioco ipnotico, è il chiasso festoso di trombe e tamburi, di suoni che prendono direzioni diverse per giungere alla stessa armonia.”
Lo stesso spirito giocoso e la stessa forza visiva si ritrovano, con l’aggiunta di una buona dose di imprescindibile ironia, nel nuovo tappeto “Flatter” di Maarten Baas, che si direbbe nato per caso: “Avevo progettato un bell’arredo, ma proprio quando avevo finito, un grosso schiacciasassi a vapore è entrato nella stanza. L’intero arredo ne è uscito appiattito. Purtuttavia, è diventato un grande tappeto.” Un tappeto che sembra uscito da fumetto!
Da sempre fautore della sottigliezza, dell’illusionismo e della poesia, lo Studio NENDO riesce ad esprimere la sua unicità anche attraverso un filo. Non solo quello della lana con cui sono tuftati i suoi tappeti “One Stroke Red” e “One Stroke Blue”, ma anche quello del lunghissimo discorso visivo creato con un unico tratto di colore, che si snoda sulla tonalità più scura della loro base per creare un complicato e affascinante groviglio decorativo. “Un design che induce gli occhi dell’osservatore a inseguire la traiettoria del motivo.”
Restando in Oriente, i primi due tappeti della capsule collection Terra Incognita di FABERHAMA sono ispirati dalla cultura del viaggio dei popoli nomadi dell’Asia centrale: “Ouroboros” è la trascrizione tessile del drago-serpente che divora sé stesso, rappresenta la natura ciclica delle cose ed è simbolo di introspezione, mentre “Tulpar” interpreta l’omonima figura mitologica che fonde in sé l’aquila e i cavallo, due animali indispensabili per lo stile di vita di chi vive nelle yurte, ed è infatti spesso raffigurata sulle loro sommità.
Infine, Laureline Galliot torna a sorprendere con “Smoked Wood”, una reinterpretazione del reale nel suo stile inconfondibile. Il nuovo progetto riprende l’estetica dei tappeti che aveva precedentemente disegnato per NODUS, nei quali riproduceva liberamente i motivi tradizionali dei tappeti sul suo iPad, distorcendoli e mascherandoli, con la differenza che questa volta ha scelto i colori che suggeriscono un caminetto con legna bruciata, considerati dalla Designer francese simbolo di una casa accogliente.
Milano, aprile 2018.