Quei “pezzi senza attrattiva”, come il direttore generale dei musei francesi Gerald Van der Kemp li aveva chiamati, un tempo erano stati lampadari che ornavano la stanza del Re, dove il sovrano riposava sul suo letto a baldacchino nella stanza centrale del palazzo, la “Grande Chambre du Roi”, ma le loro condizioni terribili indicavano che non potevano essere restaurati.
Per caso Helmut Swarovski e Gerald Van der Kemp all’epoca in cui si presentò questa problema si incontrarono nello stesso laboratorio. Discussero la questione e organizzarono un’ispezione locale a Parigi.
È così che Helmut Swarovski ottenne il prestigioso contratto per ricreare i lampadari della Reggia di Versailles. I cristalli Swarovski, originariamente intesi per l’industria della moda, sono stati usati come decorazioni per l’illuminazione fin dagli anni 1950. Swarovski ha presentato la sua prima collezione di componenti per lampadari in cristallo nel 1965.
Nel 1970, Swarovski produceva 36,1 milioni di gocce ottagonali per lampadari, e le sue decorazioni per lampadari, commercializzate in tutto il mondo con il nome di STRASS dal 1977, venivano già incorporate in prestigiosi articoli per l’illuminazione, come quelli della Metropolitan Opera di New York. Non sorprende dunque che i curatori della Reggia di Versailles si siano rivolti a Swarovski e al suo team di esperti nello sviluppo prodotti, composto da specialisti nel taglio del cristallo e nei componenti dei lampadari, per affidare loro il progetto.
Ben presto divenne chiaro che non era possibile determinare la forma originale delle luci a partire dai frammenti che Swarovski aveva ricevuto. Come spesso avviene, la soluzione arrivò da una visita agli archivi. Il design dei lampadari nella camera da letto del Re era stato documentato in un inventario generale del 29 maggio 1738: “Uno splendido e sontuoso lampadario di costruzione moderna pendeva dal soffitto, con dodici portacandele disposti su tre rami”. Sulla base di queste informazioni, un restauratore di Parigi produsse dei disegni che, assieme ai frammenti originali, servirono da modello. Il team impiegò sette mesi per disegnare due lampadari praticamente identici agli originali, e per tagliare e rifinire i cristalli necessari. In seguito i lampadari vennero assemblati in loco da esperti francesi.
Il risultato fu così convincente che i lampadari divennero i progetti proposti dai curatori. Alla riapertura della Reggia di Versailles il 9 giugno 1980, vennero presentati al presidente francese Giscard d’Estaing come esempio di cooperazione di successo tra industria e cultura. Fu così che iniziò la storia comune di Versailles e Swarovski.
Seguirono altre collaborazioni, come le luci nell’appartamento di Madame de Pompadour, la leggendaria amante di Re Luigi XV, e i cristalli LED che imitano il tremolio di innumerevoli candele dal 2011. Nel 2013 arriva a Versailles il primo e unico pezzo permanente d’arte moderna.
Il lampadario contemporaneo “Gabriel”, disegnato da Ronan ed Erwin Bouroullec in collaborazione con Swarovski, è un incredibile anello di luci dell’altezza di 12 metri realizzato a partire da 800 elementi di cristallo a coppa sviluppati da Swarovski e uniti alla moderna tecnologia LED. Un elegante collegamento tra il passato e il presente sopra la scalinata dell’ingresso nel Vestibolo di Gabriel.