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Prima Edizione di “Marble Stories” #M16

Margraf, in occasione dei 110 anni della sua fondazione, durante i quali è diventata una pietra miliare nella storia dell’architettura mondiale, ha inaugurato a Chiampo (VI) la prima edizione di Marble Stories, una rassegna internazionale che ogni anno avrà un focus particolare su arte, design e architettura.

La prima edizione, chiamata #M16, dove M sta per man per sottolineare l’eccellenza dell’artigianalità e della manualità Margraf e 16 ricorda l’anno corrente, è stata curata da Giulio Delvè, artista di fama internazionale, attivo tra la città natale (Napoli) e Berlino e ha avuto come tema “una pietra tenera con anima marina”.

La pietra di Vicenza, detta anche pietra tenera, si è formata dal crollo di blocchi calcarei, dal collasso della barriera corallina nelle calde acque, calme e basse della laguna tropicale, allora presente nell’attuale area geografica e che si trovava a latitudini prossime a quelle dell’equatore. Dal mare ha origine questo materiale naturale che, sapientemente estratto e lavorato da Margraf, crea opere e architetture uniche e senza tempo.

Margraf ha ospitato 6 artisti internazionali presso la propria sede per una settimana di “residenza d’artista”, in cui i 6 scultori hanno avuto a disposizione 1 metro cubo di pietra di Vicenza da plasmare dalle ore 15.00 di lunedì 29 agosto fino alle ore 12.00 di domenica 4 settembre, giorno in cui le sculture sono state giudicate da una giuria d’eccellenza, composta da personalità di alto profilo nel mondo dell’arte e del collezionismo.

Le opere realizzate verranno esposte dal 29 settembre al 1 ottobre a Verona, durante la Fiera internazionale Marmomacc e, entro fine anno, saranno vendute a un’asta di beneficenza, il cui ricavato andrà interamente donato a Fondazione Città della Speranza, che da anni si occupa della lotta contro le oncoematologie pediatriche.

Il progetto Marble Stories ha l’obbiettivo di creare una piattaforma d’incontro e dialogo tra il mondo della pietra e quello dell’arte, dell’architettura e del design, ponendo al centro l’uomo e la tecnologia. L’evento verrà sviluppato ogni anno con modalità e percorsi differenti, avvalendosi sempre di curatori di prestigio internazionale, mettendo in evidenza negli anni pari l’uomo e negli anni dispari l’innovazione tecnologica, in cui Margraf è leader mondiale.

Giuria:

–       Giulio Delvè (artista e curatore)

–       Walter Cassandro (antiquario e collezionista)

–       Giorgia Lucchi Boccanera (gallerista)

–       Enrico Pasquale (scultore Margraf ed esperto nella lavorazione del marmo)

 

Premiato: JAMES FAUSSET HARRIS (Jeddah – Arabia Saudita – 1982)

Titolo dell’opera: “TRE MONDI”

Profilo artista: dopo il diploma di laurea specialistica in scultura, attualmente vive e lavora principalmente a Carrara. E’ autore di varie mostre, ha partecipato a numerosi premi internazionali e simposi di scultura.

Concept: il processo millenario di sedimentazione e stratificazione di esseri viventi, materiali ed organismi che dà origine alla pietra di Vicenza è messo in relazione in quest’opera con il volo delicato e leggero della foglia che si poggia su un letto d’acqua mosso da increspature. Il contrasto tra la pesantezza e la compressione verso il basso del blocco di pietra, e la grazia della foglia, diventa dicotomia e rende gli opposti, complementari. A perpetuare questo concetto, una riflessione sullo spazio temporale dell’opera, che racchiude in se i milioni di anni impiegati dalla pietra per diventare se stessa ma anche la fugacità dell’attimo in cui la foglia si posa su di essa.

Motivazioni giuria: “Tre Mondi” è un’opera estremamente poetica in cui l’equilibrio, tra perizia tecnica e realizzazione, è ben riuscito. Riteniamo l’opera vincitrice della residenza d’artista per il grande potere attrattivo magnetico che spinge il fruitore ad avvicinarsi ed a toccarla.

Più di tutte è l’opera che ha interpretato il concept di questa prima edizione “Marble Stories”.

Altri artisti e opere:
Alfredo Pecile (Buenos Aires – Argentina – 1954): pittore e scultore, negli ultimi anni si dedica principalmente alla scultura, lavorando materiali diversi. In particolare sperimenta i vari tipi di pietra, tecniche diverse su legno e cemento, assemblaggi e riciclaggi di materiali contemporanei quali la plastica.

Titolo dell’opera: “Il Mare Di Babele”

 Concept: questo lavoro intende rappresentare il racconto di una delle storie che fanno la storia, quella che studierà chi verrà dopo di noi, e scoprirà che in questo tempo esseri umani morirono a migliaia nei nostri mari, intenti noi a guardare da un’altra parte, ignorando le grida loro e quelle della libertà repressa. Si stupiranno poiché il divenire dell’uomo sempre fu movimento, migrazione, incontro e conoscenza, si chiederanno come potemmo scordarlo.

Le onde del mare si accumulano in verticale, a costruire una contemporanea torre di babele, dove non si comunica, non si ascolta. Il mare-torre occlude, ostruisce, impedisce circolazione ed incontro, si fa muro e parete insormontabile. Eppure l’uomo-elefante non si ferma, non si arrende all’ineluttabile. L’uomo-elefante è dotato di memoria propria ed antica come l’umanità, l’uomo-elefante è mite e possente, gentile e potente. L’uomo-elefante è fatto di milioni di passi, di milioni di corpi, di milioni di voci. Si imbarca su un guscio fragile in cerca di libertà, e con il proprio peso sposta il peso del mondo.

Giudizio critico: il mare è il protagonista dell’opera di Alfredo Pecile, una riflessione sul suo essere e un tentativo di superare i propri limiti e di attraversare questo confine invalicabile. La colonna spigolosa è severa e ricorda un mausoleo di regime, ma ad uno sguardo più approfondito i nostri occhi scoprono le grosse sembianze di un rassicurante/statuario elefante.

Ulrich Johannes Mueller (Bad Rothenfelde/ Strang – Germania – 1956): artista e docente di scultura, prima presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ora presso l’Accademia delle Belli Arti di Catanzaro, ha partecipato a numerosi progetti artistici, culturali e simposi internazionali di scultura.

Titolo dell’opera: “Messa in scena”

Concept: tre elementi compongono questa opera\gioco in pietra di Vicenza. Due masse statiche ed un volume verticale che direziona verso un alto indefinito. Geometrie costruite secondo un canone di proporzioni Forme arcaiche \ lavorazione grezza \ gioco \ spostamento e condensazione. Tutte le misure sono basate sulle misure ottimizzate, che si collegano ai canoni Feng Shui.

Giudizio critico: il mare è il protagonista dell’opera di Alfredo Pecile, una riflessione sul suo essere e un tentativo di superare i propri limiti e di attraversare questo confine invalicabile. La colonna spigolosa è severa e ricorda un mausoleo di regime, ma ad uno sguardo più approfondito i nostri occhi scoprono le grosse sembianze di un rassicurante/statuario elefante.

Pablo Augusto Garelli (Buenos Aires – Argentina – 1960): dopo un lungo insegnamento in Argentina, nel 1988 approda in Italia dove sviluppa la sua esperienza artistica, lavorando la pietra, il marmo, il legno, la terracotta e il metallo con tecniche sperimentali. Tiene corsi di progetti e realizzazione d’opera, disegno e scultura. Partecipa a Simposi nazionali e internazionali, performance, mostre, corsi e collabora con scultori in diversi progetti locali ed esteri.

Titolo dell’opera: “Mare”

Concept: questo lavoro vuole rappresentare il moto marino. E’ una sintesi del movimento e delle correnti del mare. I due elementi dinamici di pietra si completano formando una cavità, uno spazio vuoto che ciascuno può leggere ed interpretare a proprio modo. I giochi di luce, i contrasti ed i passaggi, il rapporto vivo tra i due volumi di materiale, contribuiscono a scardinare i limiti preposti della pietra, che va oltre alle sue proprietà e caratteristiche divenendo simbolo di leggerezza e dinamicità.

Giudizio critico: le onde del “Mare” di Pablo Augusto Garelli sono una cornice che invita a riposizionare lo sguardo e a focalizzare l’attenzione. Il rapporto che si crea tra pieno e vuoto spinge a guardare attraverso quel varco e ad andare oltre con l’immaginazione.

Riccardo Albanese (Salerno – 1977): scultore, pittore e performer è da tempo presente nel panorama artistico italiano. Tra i suoi show ricordiamo” Quello che non ti piace ti dà da mangiare”, Agence Pour l’Art Conteporaine, Luxemburg 2006 e Doganella Zoo Changing Role, Napoli 2004. Ha partecipato inoltre a “Not Closet”, Beaumount Public Galerie, Luxemburg (2007), “Giardini Luoghi della piccola realtà”.

Titolo dell’opera: “Pietra Morta”

Concept: nome antico della pietra di Vicenza “pietra morta”. Il teschio, eterno simbolo dell’ossimoro di vita e morte. Memento mori e verità negativa che ti ricorda di viverti bene i tuoi giorni e di giocarti bene le tue carte. Il teschio è immerso in un bouquet di …. Erbaccia spontanea che nasce a Vicenza, simbolo di una vita senza senso, di una vita che dà fastidio alle altre vite, pianta rigogliosa, persistente ed invasiva. Pensiero intimista monumentalizzato dalla pietra, esasperazione di un pensiero personale che diventa universale.

Giudizio critico: la “Pietra Morta” di Vicenza è stata sapientemente scolpita da Riccardo Albanese, incastonando l’elemento esotico/esoterico del teschio in un’elaborata architettura barocca costituita da un bouquet di “braga”, un’erbaccia spontanea tipica della zona, raccolta dall’artista nell’immediatezza di un gesto spontaneo; rappresentando così un legante col paesaggio circostante.

Fabio Chiarello (1978): intagliatore e scultore professionista per varie aziende della provincia di Vicenza, ha iniziato la sua carriera presso un artigiano marmista. E’ conosciuto soprattutto in Veneto per le numerose esposizioni e mostre personali.

Titolo dell’opera: “Schiuma di mare”

Concept: le forme morbide della chiocciola rimandano all’idea dell’essere femminile. Conseguenza naturale di ciò è che ad essa sia inserito ed accostato un elemento maschile, che in questo caso è il cono fossile.

Giudizio critico: in “Schiuma di Mare”, Fabio Chiarello riporta alla luce il materiale clastico ed i resti fossili, gli elementi principali che compongono la Pietra di Vicenza. E lo realizza attraverso un gioco sensuale tra Yin e Yang, la chiocciola e il corno.

A proposito di Margraf

La storia di Margraf – in origine Industria Marmi Vicentini – ha inizio nel 1906 in provincia di Vicenza, a Chiampo, e si caratterizza, fin dalle origini, per una spiccata attenzione alla ricerca e all’innovazione tecnologica e, soprattutto, per la stretta collaborazione con prestigiosi architetti internazionali. Oggi, dopo più di 100 anni, l’Azienda si inserisce di diritto tra i leaders a livello mondiale del settore. Estrarre con sapienza il marmo dai propri giacimenti per trasformarli in levigate lastre o in piccole marmette, offrire una vastissima gamma di pregiato materiale e di prodotti di eccellenza per l’edilizia e l’architettura (dai rivestimenti interni alle facciate esterne, fino agli elementi d’arredo, dal bagno alla cucina) sono solo alcuni dei plus che hanno reso Margraf conosciuta e apprezzata nel mondo. Il tutto senza perdere di vista il rispetto per l’ambiente, ma anzi investendo in tutti quegli interventi capaci di ridurre ogni tipo di danno ambientale: dalle attrezzature tecnologicamente più avanzate ai progetti di recupero del paesaggio, fino ad un forte investimento nel risparmio energetico e nel ricorso a risorse rinnovabili. Passato e presente si fondono perfettamente in Margraf: un’azienda d’eccellenza che si proietta con forza ed entusiasmo verso il futuro.

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