Complementi d'arredo

Bau by Olivari: maniglie di design

In un momento in cui il concetto di apertura e chiusura sono intrinsecamente legati alla nostra quotidianità, anche una maniglia può essere un simbolo di modernità, ricerca e innovazione.

Ne è un esempio Bau, la nuovissima e sorprendente creazione che Olivari, icona del design Made in Italy che da oltre cento anni propone soluzioni d’eccellenza, ha appena presentato al Supersalone 2021.

Nata dalla collaborazione tra Olivari e Kober, azienda tedesca specializzata nella produzione della porcellana, l’elegante maniglia Bau disegnata da Studio Niruk (Nina Ruthe & David Antonin) è un tributo alla scuola del Bauhaus riletta con una sensibilità contemporanea. L’ottone caratteristico del brand piemontese si fonde alla perfezione con la porcellana regalando un aspetto sofisticato ma classico.

Lo scorso anno, l’azienda aveva iniziato un percorso di sperimentazione sulla porcellana applicata alle maniglie e dopo la realizzazione di un prototipo, finalemnte Bau entra a tutti gli effetti nel catalogo del marchio  che include le migliori firme del design mondiale.

 “Ci siamo ispirati ai principi del movimento Bauhaus e abbiamo pensato a semplici forme geometriche, che consentissero l’utilizzo ottimale dei due materiali: ottone per la struttura e porcellana per l’impugnatura. La tecnologia utilizzata è stata ridotta all’essenziale. L’ottone trafilato e la porcellana estrusa sono uniti tramite un elegante incastro, che ne evidenzia la differente matericità.”, conferma Antonio Olivari.

Curiosità, amore per la sperimentazione e per la ricerca sono gli elementi che caratterizzano Bau, una maniglia fortemente di design, moderna e all’insegna di una poetica fondata su essenzialità ed equilibrio.

STUDIO NIRUK

Design Studio Niruk si trova appena fuori Colonia ed è stata fondata nel 2011. Da allora, Nina Rutee e David Antonin si sono principalmente focalizzati sul design tridimensionale. Entrambi i designer sono laureati dell’Università di Scienze applicate di Hochschule Niederrhein in Germania. La loro formazione è stata modellata dalla tradizione Bauhaus – un fatto che è percepibile in tutti i loro progetti, idee e collaborazioni. Il duo sta lavorando con tutti i tipi di materiali in combinazione con mestieri tradizionali e nuove possibilità nella produzione. Il loro lavoro è guidato dalla curiosità e da un amore per la sperimentazione. Il valore e la sostenibilità dei prodotti sono un tema ricorrente. Design Studio Niruk crea prodotti onesti, pieni di carattere ed emozione.

OLIVARI, 100 ANNI DI STORIA

Nei suoi cento anni di storia la Olivari ha sempre ricercato il massimo della qualità affidandosi alla creatività dei migliori designer ed architetti. Di generazione in generazione la famiglia Olivari ha tramandato fin ad oggi l’attenzione per i dettagli, la ricerca dell’innovazione e soprattutto la passione per il lavoro.

Gli inizi

Battista Olivari fondò l’azienda nel 1911 a Borgomanero, in provincia di Novara, dove ancora oggi si trovano gli stabilimenti ed avviene l’intera produzione di maniglie. Nel 1926 gli succedette la moglie Antonietta Ramelli, a quell’epoca una delle poche donne a capo di un’azienda, e già negli anni Trenta iniziarono le prime collaborazioni con i più importanti architetti italiani dell’epoca: Marcello Piacentini e Gio Ponti.

Dopo la guerra

Dopo la seconda guerra mondiale la ditta, passata nelle mani dei fratelli Ernesto, Ambrogio e Luigi, contribuisce alla ricostruzione lavorando fianco a fianco non solo con Gio Ponti, che disegna un classico come la maniglia Lama, ma anche con architetti della statura di Franco Albini, Ignazio Gardella, Angelo Mangiarotti, Luigi Caccia Dominioni e i BBPR. Questi progettisti disegnano maniglie di grande bellezza appositamente per i loro edifici, che poi rimangono nel catalogo Olivari. Alcune di queste sono tutt’oggi in produzione, testimonianza di una qualità estetica senza tempo.

Gli anni Sessanta

A partire dagli anni Sessanta la Olivari, alla ricerca di soluzioni progettuali sempre nuove, decide di coinvolgere i maggiori esponenti del design italiano, come Sergio Asti, Marcello Nizzoli e Joe Colombo. Nello stesso tempo non smette di seguire l’evoluzione della tecnologia: è così che nel 1959 introduce sul mercato Bica, la prima maniglia in alluminio anodizzato, e nel 1970 Boma, la prima maniglia in resina colorata: entrambe diventano rapidamente due iconici best-seller.

Gli anni Ottanta

Negli anni Ottanta l’azienda passa progressivamente alla terza generazione della famiglia Olivari, che inizia a fare esperienza e ad apportare il proprio fresco entusiasmo. Vengono chiamati nuovi progettisti: Giorgetto Giugiaro, Ferdinand A. Porsche, Rodolfo Bonetto e Giotto Stoppino, che vince il Compasso d’Oro con la maniglia Alessia.

Gli anni Novanta

Il decennio successivo è segnato dalla proficua collaborazione con Alessandro Mendini, che in qualità di art director ripensa l’immagine dell’azienda e la porta a riscoprire le proprie radici, con il libro: “L’ architettura presa per mano. La maniglia moderna e la produzione Olivari”.  Arrivano così le maniglie di Paolo Portoghesi, Oscar Tusquets, Andrea Branzi, Massimo Iosa Ghini e Vico Magistretti.

Gli anni Duemila

Con gli anni Duemila si assiste al rinnovamento dei processi produttivi, altamente automatizzati e compatibili con l’ambiente, e all’introduzione delle finiture Biocromo e Superfinish. Rodolfo Dordoni, James Irvine, Piero Lissoni, Patricia Urquiola sono alcuni dei designer coinvolti, ai quali si aggiungono grandi protagonisti dell’architettura contemporanea: Shigeru Ban, Steven Holl, Toyo Ito, Daniel Libeskind e Dominique Perrault.

Gli anni Duemiladieci

All’ inizio degli anni Duemiladieci, si festeggia il centenario dell’azienda e viene realizzato il libro: “Macchina semplice. 100 anni di maniglie Olivari”, presentato in Biennale Architettura a Venezia e in Triennale a Milano. Grandi progettisti contemporanei, quali Piero Lissoni, Rodolfo Dordoni, Patricia Urquiola, Jean Nouvel, esprimendosi con linguaggi diversificati, creano maniglie minimali, ergonomiche, scultoree, ironiche. E poi ancora Ben van Berkel/UNStudio, Zaha Hadid, Rem Koolhaas/OMA, Marcel Wanders e Vincent Van Duysen …ed oggi Antonio Citterio, Carlo Colombo, Max Pajetta e Luca Casini….

Quali meraviglie ci riserverà Olivari in futuro?

Fonte: Ufficio Stampa Ghenos Communication

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