Raggiungere la sostenibilità degli edifici e valutarla è un processo complesso ma indispensabile per migliorare le performance ambientali delle costruzioni.
Qualsiasi prodotto edilizio modifica lo stato di un territorio, sia dal punto di vista fisico che da quello sociale. L’insieme di tanti edifici crea un ambiente, il “costruito”, dove la sostenibilità rappresenta davvero una sfida, in quanto le costruzioni contribuiscono a generare “insostenibilità”. Il settore dell’edilizia, infatti, è direttamente responsabile del 39% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo. Di queste, il 28% è rappresentato da emissioni dovute alla gestione, sommando l’energia utilizzata per riscaldare, raffreddare e illuminare gli edifici, il restante 11% da emissioni di CO2 associate a materiali e processi di costruzione durante l’intero ciclo di vita delle costruzioni (fonte GBC).
La responsabilità del settore edilizio nella lotta al cambiamento climatico e nel raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale è andata crescendo negli attori della filiera, progettisti, costruttori e committenti. Per un risultato concreto, le scelte da affrontare sono diverse e il cambiamento deve prendere in considerazione l’intero ciclo di vita dell’edificio.
GBC Italia, parte del World GBC, ha contribuito a mutare l’approccio all’edilizia sostenibile, grazie a protocolli che oggi sono di riferimento per tutto il settore.
“Siamo difronte a una grande sfida, acuita ancor di più dalla attuale crisi generata dalla pandemia in corso. Mai come ora abbiamo avuto la chiara consapevolezza di dover agire sul nostro ambiente costruito per rispondere alle esigenze delle persone e dell’ambiente, in questo contesto i protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC sono un incredibile strumento per definire le corrette strategie e monitorare l’efficacia prestazionale degli asset immobiliari, anche e soprattutto per quelli che hanno valenza storico-testimoniale”, dichiara Marco Mari, Presidente di GBC Italia.
Le condizioni per un’edilizia sostenibile
La sostenibilità nel settore delle costruzioni è un obiettivo possibile ma occorre allargare l’orizzonte alle ricadute che gli interventi e le trasformazioni edilizie hanno sul piano economico, sociale e ambientale. La sostenibilità non può essere ridotta o limitata ai soli requisiti ambientali o energetici, ma deve necessariamente tendere al raggiungimento di un loro equilibrio.
Quando è possibile definire sostenibile un intervento edilizio? Se è equo, ossia soddisfa requisiti sociali ed economici, se è realizzabile, ovvero soddisfa requisiti economici e ambientali e se è vivibile, cioè rispetta i requisiti ambientali e sociali? Per soddisfare questi tre elementi un ruolo importante lo svolgono la ricerca e l’innovazione per l’edilizia sostenibile che tendenzialmente si muovono in ambiti quali i materiali per le costruzioni, le tecniche di realizzazione degli interventi edilizi, l’integrazione di tecnologie, il controllo, la gestione e le procedure di valutazione della sostenibilità.
“Progettare, costruire e gestire rispettando i requisiti di un’edilizia sostenibile può essere impegnativo. Le valutazioni rilasciate da enti indipendenti come TÜV Italia in accordo ai protocolli di riferimento possono aiutare, sia perché stabiliscono il grado di impronta ecologica degli edifici, ma anche perché sono strumenti utili in tutti i processi del ciclo di vita di un prodotto edilizio dalla progettazione, passando per la realizzazione e gestione fino alla demolizione, per applicare i giusti requisiti così da raggiungere l’obiettivo di un edificio sostenibile”, afferma Massimo Pugliese, Business Line Manager Civil Engineering, di TÜV Italia.
Vista la mancanza di un’unica metodologia per la valutazione della sostenibilità degli edifici a livello internazionale negli anni sono nati diversi protocolli con questo obiettivo.
I due protocolli internazionali BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), sistema volontario di valutazione pubblicato in Inghilterra nel 1990 e LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), oggi il più diffuso al mondo, presentano analogie e differenze, ed entrambi richiedono l’intervento di vari soggetti accreditati per la verifica della rispondenza dei progetti ai rispettivi requisiti.
“Gli standard di certificazione sono volontari e in generale classificati in funzione della tipologia dell’edificio da certificare e si riferiscono a tutto il ciclo di vita dell’edificio stesso, dalla progettazione alla costruzione”, aggiunge Pugliese. “Essi promuovono un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito”.
Tali protocolli si basano sull’attribuzione di ‘crediti’ per ciascun requisito. La somma dei crediti costituisce i vari livelli di certificazione.
La certificazione LEED in particolare, si basa su una checklist suddivisa in otto categorie: Trasporto e Ubicazione (LT), Sostenibilità del sito (SS), Efficienza risorse idriche (WE), Energia e Atmosfera (EA), Materiali e Risorse (MR), Qualità degli ambienti interni (IEQ), Innovazione (I), Priorità Regionale (PR).
Ogni area è a sua volta suddivisa in prerequisiti e crediti che identificano nel dettaglio il tipo di caratteristica da soddisfare. Il peso, in termini di punteggio di ogni area non è omogeneo, e varia a seconda della tipologia di edificio da certificare, ma in linea di massima, viene data maggiore enfasi, rispettivamente, all’aspetto energetico, alla qualità degli ambienti interni, all’ubicazione e trasporto, ai materiali e alle risorse.
“Rispetto ai classici protocolli internazionali, GBC Historic Building aggiunge una corretta e necessaria lettura delle prestazioni energetico-ambientali nei casi in cui sia necessario preservare il valore culturale e testimoniale. GBC Italia è stata in grado di fornire alla community internazionale dell’edilizia sostenibile una nuova lettura, autentica e al contempo di grande valore, coniugando per la prima volta le due facce della stessa medaglia: Heritage & Sustainability”, aggiunge Marco Mari.
TÜV Italia, OVA (Organismi di Valutazione Ambientale) incaricato di verificare che i progetti richiedenti la certificazione rispondano ai requisiti dei protocolli GBC Italia, ha seguito diversi progetti come ente di valutazione, tra cui il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) a Ferrara secondo il protocolloGBC Historic Building, Palazzo Santander a Torino e le ex Scuderie di S. Apollinare in provincia di Perugia.
La riqualificazione di Galleria Borghese
Recentemente TÜV Italia è stata incaricata della verifica del progetto di riqualificazione della Galleria Borghese in accordo al protocollo GBC Historic Building. La costruzione all’interno della quale è situata la Galleria è un monumentale edificio del ‘600 circondato da un immenso parco.
“Gli interventi eseguiti su Galleria Borghese e oggetto di certificazione, si sono concentrati sulla riqualificazione impiantistica per il miglioramento del microclima”, afferma Sara Buda, Business Line Manager dei prodotti da costruzione di TÜV Italia e professionista accreditato LEED (LEED AP). “Obiettivo dell’intervento è stato quello di potenziare le dotazioni impiantistiche meccaniche per ottenere idonee caratteristiche degli ambienti espositivi e degli ambienti occupati con elevati livelli di affollamento, in termini di controllo delle condizioni termoigrometriche di qualità dell’aria”.
Criterio base dell’intervento è stato quello di garantire le esigenze di risparmio energetico e di efficienza energetica, incluso l’utilizzo di fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi attualmente presenti nella normativa vigente. In particolare, è stato installato un sistema di automazione dell’edificio dotato di una gestione centralizzata e coordinata delle funzioni e dei singoli impianti che permette un monitoraggio e controllo nel tempo di diversi parametri quali la temperatura di funzionamento, la portata di aria trattata e l’umidità.
“La peculiarità di questo progetto è stata quella di realizzare tutti questi interventi in un’ottica conservativa, al fine di salvaguardare le superfici marmoree e i pannelli decorativi, ideando quindi sistemi di immissione ed estrazione dell’aria sfruttando piani intercapedine e camini”, aggiunge Sara Buda.
Fonte: Ufficio Stampa Sangalli M&C
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