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Quando si pensa a Dubai viene subito in mente il lusso, lo sfarzo, l’eccesso. La metropoli mediorientale ha abituato negli anni a stupire visitatori e turisti: i suoi quartieri, le sue ville, le sue strutture ricettive sono diventate prestigiosa meta di celebrità e vip.
Ma Dubai è anche dinamicità, accoglienza e sguardo sempre proiettato al futuro. In questa direzione va proprio lo Studio One Hotel, un quattro stelle che rivoluzione il concetto di albergo e ospitalità. Una struttura nata per sorprendere e stupire, sia all’esterno che all’interno. L’intero progetto è stato curato da Bishop Design, che per la parte indoor si è affidato anche al miglior made in Italy. Nella zona bar, infatti, saranno presenti le sedie Ava di Bross: un’eccellenza tutta italiana nelle soluzioni di interior design, tanto da essere esportata in tutti e cinque i continenti.
La collezione Ava, disegnata da Michael Schmidt, rappresenta uno dei fiori all’occhiello di Bross. L’azienda friulana si distingue da quarant’anni per prodotti che coniugano eleganza e sfrontatezza, tradizione e innovazione, perizia tecnica e creatività.
Ava ne è l’esempio perfetto. A caratterizzare l’intera collezione è la particolare forma trapezoidale della scocca: lineamenti forti per una sedia dal carattere importante. L’imbottitura presenta una trama ricamata nella parte anteriore, e cuciture sartoriali in rilievo nella parte posteriore. Le gambe uniscono la resistenza del metallo alla naturalezza del legno di faggio, con un rivestimento in pelle ad avvolgere questo particolare mix.
La versione scelta per decorare la zona bar dello Studio One Hotel è poi perfetta per la struttura. La trama geometrica della scocca richiama i giochi decorativi dell’albergo, mentre i colori sono scelti per catalizzare lo sguardo degli ospiti: scocca in color verde petrolio e grigio polvere su struttura in legno laccato nero, il tutto impreziosito dal rivestimento in pelle di camoscio delle stesse tonalità.
La collezione Ava si inserisce all’interno di un progetto ambizioso e rivoluzionario. Lo Studio One Hotel nasce per rivoluzionare il concetto stesso di ospitalità: la permanenza deve essere una sorta di esperienza cinematografica, un soggiorno intenso e dettagliato come la trama di un film.
Ed è proprio come una pellicola che l’intera struttura si propone ai fortunati ospiti: effetti sonori e visivi si uniscono per un’esperienza sinestesica come se si fosse dentro la sala del cinema; schermi luminosi, scritte come segnali di uno studio di produzione, tonalità forti e stimolanti, il tutto per cullare e accompagnare chiunque voglia immergervisi.
A certificare la rivoluzionarietà del progetto è proprio la macro-segnaletica, veri e propri segnali e simboli in macro-scala: “The end” alla fine del corridoio, “Exit” all’uscita e “On Air” sulla porta di tutte le 141 stanze quando sono occupate. Un numero mastodontico per una struttura gigantesca, tanto fisicamente quanto concettualmente. Lo Studio One Hotel è destinato a far parlare di sé, e saranno i suoi ospiti a farlo, con foto e video che inevitabilmente spopoleranno su internet. Perché l’idea è proprio quella di accogliere le nuove generazioni di turisti, sempre pronti a testimoniare i loro viaggi e sempre più connessi.
Fonte: DesignFever Ufficio Stampa
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