Claudia, raccontaci qualcosa delle tue passioni e dei tuoi interessi principali.
Sono una persona curiosa di natura, quindi ho la tendenza ad appassionarmi a tutto quello che non conosco per capire l’idea da cui scaturisce, per scoprire come funziona. Sono i processi ad interessarmi, ciò che sta tra l’idea e la sua realizzazione. Probabilmente è anche il motivo per cui ho scelto di fare quello che faccio, la progettazione è così. Ci sono tre cose però di cui non posso fare a meno, e cioè scarpe (è un cliché sempreverde, lo so, ma i tacchi sono proprio belli!), libri (soprattutto classici) e anime giapponesi. Quest’ultima cosa suona un po’ nerd, e in effetti lo è.
Come vivi la tua attività di Interior Designer?
La vivo soprattutto come una bella opportunità di fare qualcosa di concreto per le persone. Spesso i mestieri creativi sono considerati superflui da chi non sa quanto studio, tecnica e conoscenze ci siano dietro ogni progetto che facciamo. E invece, quando le persone sono soddisfatte perché in qualche modo le hai aiutate a realizzare un loro desiderio ti rendi conto di quanto sia appagante dare, anche solo se si tratta di una semplice idea. E poi il mio ego scodinzola un sacco quando gli dicono che ha buon gusto, alla fine vinciamo tutti.
Quanto ha influito la tua formazione al Politecnico di Milano su questa scelta?
Tantissimo. Il Politecnico non è certamente un percorso facile, nessuno ti regala niente, ma quello che hai in cambio in termini di capacità e conoscenze è impagabile. Anche quando questo si traduce nell’incassare dei severi “no” e nel sacrificare gran parte del tuo tempo (notti comprese) per riuscire a portare avanti contemporaneamente i laboratori di progettazione e lo studio teorico. Poi come gestire tutto quello che impari è in parte una scelta e in parte una questione di attitudine.
Qual è la cosa che ami di più del tuo lavoro?
La possibilità di immaginare sempre qualcosa di nuovo, di non fare la stessa cosa due volte. Ogni progetto è diverso e richiede un approccio diverso, che dipende molto dalle esigenze del cliente. Riflettendoci, alla fine penso si tratti principalmente di dare il giusto set alla vita quotidiana delle persone, che possa raccontare qualcosa di loro, è questo quello che amo.
Parliamo del tuo blog. Che tipo di argomenti ami trattare?
Gli home tour sono la cosa che preferisco perché come dicevo prima mi piace curiosare. Però cerco sempre di pubblicare qualcosa che possa essere utile a chi mi legge, quindi divido i miei post soprattutto tra proposte d’arredo o pezzi di design interessanti e soluzioni creative per problemi di natura “tecnica” (isolamento, illuminazione, aziende che trattano uno specifico prodotto, cose così).
C’è uno stile di arredamento che più preferisci e ritieni vicino alla tua personalità?
Non esattamente. Sebbene preferisca linee pulite e pareti dai toni sobri sono un’amante dell’eclettico, che ha più a che fare con la capacità di mixare e far coesistere pezzi diversi che non con uno stile vero e proprio. Cerco di non fissarmi mai su uno stile specifico perché il rischio è di essere ripetitivi. Per esempio, questa deriva del nordico ha cominciato a stancarmi un po’, tantissimi blog propongono quasi esclusivamente cose in “stile nordico”. Tutte bellissime, ma alla lunga sempre uguali a loro stesse. E soprattutto non sempre applicabili all’architettura delle nostre latitudini. Contaminare invece, prendere un po’ da questo e un po’ da quello, ha forse più senso, perché è quello che facciamo tutti i giorni. Le case in fondo rappresentano la personalità di chi le vive, e non è mai tutto bianco o tutto nero.
Colori, complementi d’arredo, luci: quali sono secondo te i dettagli che personalizzano di più un’abitazione?
Le luci sono fondamentali, perché interagiscono con lo spazio molto più del resto. Pensate ad esempio alla differenza tra una stanza illuminata da un lampadario e la stessa stanza illuminata da una lampada da terra. Sono due cose diverse. La luce da sola potrebbe bastare a “modellare” uno spazio per ottenere l’effetto che desideriamo, e parlo anche di quella naturale ovviamente. Lo diceva anche Le Corbusier, penso che di lui ci si possa fidare. E poi i tessili: tende, cuscini e tappezzerie a volte fanno la differenza.
Che consiglio vuoi dare ai nostri lettori che cercano degli spunti utili per rinnovare la loro abitazione?
Per prima cosa consiglierei di prefissarsi un budget massimo, è molto utile per capire su cosa è necessario investire e a cosa si può rinunciare. Poi, eliminate tutte le cose inutili che si sono accumulate negli anni, non solo farà bene alle vostre case ma è anche un esercizio zen niente male! Serve soprattutto per capire se ci sono pezzi irrinunciabili che volete tenere. Ultimo ma non ultimo, non fatevi prendere dalla foga dei muri dai colori accesi. Questa è una cosa che non mi stancherò mai di ripetere. Ho visto case rovinate da un “volevo un tocco di colore!”, non fatelo. Il colore è una cosa bellissima ma si deve coordinare al resto (arredi, pavimenti, finiture, tappezzerie), se no il rischio che diventi un pugno in un occhio è altissimo. Detto questo, la cosa realmente importante è creare qualcosa che rispecchi il vostro modo di vivere.
Ringraziamo Claudia Donnici per la disponibilità e per la professionalità con cui ha risposto alle nostre domande. Speriamo di poterla incontrare di nuovo presto, per farci un’altra piacevole “chiaccherata”.
Se volete saperne di più su Claudia e carpire altri utili consigli la trovate su Rooms interiors.