Sono finiti gli anni in cui il presunto immaginario del pubblico veniva declinato in cucine country, piuttosto che classiche o moderne: il linguaggio della contemporaneità ha finalmente vinto
su tutta la linea.
La costruzione del panorama cucina alterna così, con grande sapienza, pieni e vuoti, lavorando su sofisticate composizioni geometriche (basti vedere l’impeccabile “Ratio” dell’architetto belga Vincent van Duysen per Dada).
Caso mai possiamo rilevare la tendenza, piuttosto diffusa, a privilegiare superfici totalmente chiuse. Paradigmatico in questo senso l’approccio di Giuseppe Bavuso con “Inside System” per Ernesto Meda: una cucina intesa come sommatoria di microcosmi funzionali in cui “addentrarsi”. Analogamente Gabriele Centazzo disegna, per Valcucine, “Logica Celata”: un monolite “con sorpresa”! Integrale la proposta di Scavolini che immagina, con “Box Life” (design Rainlight con HOK), una completa organizzazione funzionale, nascosta da ante a scomparsa, che dagli elettrodomestici raggiunge la lavanderia e quindi il letto a ribalta o lo sgabuzzino. Per concludere, ciò che appare oggi significativamente in calo è la tradizionale suddivisione tra basi e pensili, ritenuta inadatta a esprimere i valori spaziali di sconfinati piani orizzontali, in pietra, acciaio, corian o fenix, e di grandi superfici verticali in tecnologici laminati, vetri colorati o preziose essenze lignee (si veda il modello “Lounge” di Veneta Cucine con l’abete ossidato abbinato al metallo liquido bronzo). Ecco dunque che l’effetto pieno, determinato da pareti a tutta altezza, si alterna all’effetto vuoto delle superfici destinate al lavaggio o alla cottura, queste ultime segnalate da cappe di grande efficienza e impatto visivo (vedi, a questo proposito, FTK, Technology for the Kitchen). La rottura del consuetudinario rapporto basi/pensili porta, come conseguenza, significative, e ormai consolidate, variazioni dimensionali: in particolare le cosiddette basi tendono ad alzarsi, per favorire posizioni di lavoro ergonomicamente più corrette, e ad approfondirsi, per guadagnare spazi di uso per piccoli accessori.
Anche le cromie rispettano il generale tono di “costruzione architettonica” assunto dallo spazio cucina e quindi ai toni secchi dell’acciaio alternano i colori propri alla materia con palette che vanno dai grigi caldi ai marroni, con punte di rosa antico e rosso Terranova. Sopravvivono il bianco e il nero, soprattutto nelle versioni integralmente monocromatiche, ma è raro invece il riferimento a quelle tonalità primarie o pastello che avevano caratterizzato il mondo cucina tempo addietro.
Certo, possiamo rilevare anche un contraddittorio a questa generale tendenza (materica, volumetrica e cromatica) di tipo architettonico, ma è motivato da condizioni specifiche: vedi il programma “Soft Grey & Nicheled Brass” di Officine Gullo, azienda da sempre legata all’immagine delle cucine altamente professionali. Allo stesso modo si evidenziano progetti attenti alle esigenze degli appartamenti metropolitani caratterizzati da spazi sempre più ridotti: così l’Atelier Mendini propone “AM 01”, per Sanwa Company, un “vero mobile”, ad ante curvilinee laccate e decorate, da posizionare addirittura in centro stanza e che misura solo 120x65cm. Volutamente si stacca invece da questo trionfo di superfici continue il mondo degli elettrodomestici, a volte ancora pannellati, ma in genere, soprattutto per quelli più tecnologici come i forni, lasciati a vista, con materiali e finiture in contrasto netto rispetto alla cucina che li ospita. Ecco allora che questi elementi assumono il valore del cockpit di un’automobile, della plancia di comando di un’astronave: in questo senso la visita a FTK, salone parallelo a
EuroCucina, assume i connotati di un vero e proprio viaggio nella fantascienza.
Milano, 17 aprile 2018
Ufficio Stampa Salone del Mobile.Milano