Questa tradizione artigianale, che trova nei territori tra Pordenone e Spilimbergo origini secolari, si innova così aprendosi a scenari ibridi e globali: il nuovo corso, avviato con l’art direction dello studio Zanellato/Bortotto, riafferma i valori di unicità, autenticità e grande sapienza manuale introducendo concetti di leggerezza, colore, contaminazione, per rendere il marmo ancora più ricercato, materico e prezioso.
Lo studio Zanellato/Bortotto, fondato a Treviso nel 2013, è stato coinvolto per accompagnare questo passaggio proprio per l’attenzione che Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto hanno sempre dedicato nel loro lavoro al genius loci, inteso non solo come narrazione dei luoghi e dei vissuti ma anche come rivalutazione delle risorse, delle competenze e delle identità connaturate alle aziende.
Nella loro direzione creativa, Zanellato/Bortotto hanno deciso di coinvolgere altri due studi di progettazione di diversa provenienza geografica e professionale – Mae Engelgeer è una textile designer olandese, David/Nicolas uno studio libanese attivo nel campo dell’interior e dell’art design – proprio per esplorare approcci trasversali che raccontano le potenzialità del marmo come elemento di forte appeal grafico ed estetico che si declina in superfici e rivestimenti speciali.
Da queste collaborazioni nascono nove collezioni, tre proposte per ciascun designer, che valorizzano dieci marmi: partendo da pietre naturali della regione Friuli Venezia Giulia, come il Grigio Carnico e il Fior di Pesco Carnico, si rimane sul territorio italiano per i materiali di tutta la collezione, che è interamente prodotta nella sede di Del Savio a Pordenone.
Le lastre, superfici prefinite realizzabili su progetto per ottenere formati versatili e personalizzabili, si caratterizzano per spessori ridotti e peso contenuto; i dieci marmi possono essere abbinati ad altrettante tonalità di cemento per offrire un’ampia gamma di pattern customizzabili.
Fonte Ufficio Stampa Umbrella Design