Luceplan si unisce all’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) nell’importante e tanto attesa inaugurazione del Museo del Compasso D’Oro a Milano.
Sette sono i Compassi vinti da Luceplan, dal 1981 fino al 2016. Progetti che hanno saputo coniugare innovazione tecnologica, materica, formale fino a definire concept di lampade completamente inediti e che ora arricchisco- no l’esposizione del museo.
Ricerca estetica e tecnologica, cultura del progetto, sperimentazione e innovazione, spirito creativo mai disgiunto da funzionalità ed efficienza: è questo sistema di valori che definisce l’identità di Luceplan fin dalla sua nascita nel 1978. Una lunga serie di riconoscimenti, in Italia e all’estero, attestano il portato innovativo e l’eccellenza di
un marchio di design lontano da ogni formalismo, concentrato sulla proposta di apparecchi illuminanti tecnolo- gicamente evoluti e flessibili nell’uso.
Il rapporto con ADI è visibile sin dai suoi esordi sul mercato. E’ già del 1981 infatti il primo Compasso D’Oro per la lampada a parete D7 di Paolo Rizzatto e Sandro Colbertaldo: innovativa nella tecnologia e nella tipologia, è un lungo braccio basculante capace di fermarsi in qualsiasi punto dello spazio si voglia portare la luce.
1987 – Lola, design Alberto Meda e Paolo Rizzatto. Un prodotto che racchiude una sofisticata ricerca sui materiali inedita ai tempi: fibra di carbonio per l’asta telescopica, treppiede articolato, testa in tecnopolimero ad alta resistenza termica, riflettore in acciaio microforato, lampadina alogena con vetro pirex. Tecnologie
complesse per una forma di essenziale semplicità, che reinventa l’immagine della lampada da terra.
1994 – Metropoli, design Alberto Meda, Paolo Rizzatto e Riccardo Sarfatti, il primo prodotto per l’illuminazione outdoor.
Una plafoniera dall’aspetto semplice che offre la possibilità di scegliere quale fonte luminosa utilizzare, tra
incandescenti, alogene e fluorescenti. I riflettori sono intercambiabili perchè su di essi sono fissati tutti i com- ponenti elettrici necessari alla sorgente luminosa. Il corpo è in pressofusione di alluminio. Il diffusore, fissato al corpo con una sola vite, è in policarbonato infrangibile opalino resistente ai raggi UV oppure in vetro stampato prismatizzato a nido d’ape e sabbiato, per alti rendimenti. Dotabile di luce di emergenza e di kit IP65 per tenuta stagna.
2008 – Mix, design Alberto Meda e Paolo Rizzatto. MIX è una lampada da lettura a LED a basso consumo. Il nome MIX deriva dalla combinazione di led di diversi colori per ottenere una luce bianca.
La sottile testa della lampada è un sandwich costituito da due fogli di alluminio che servono a dissipare il calore e da un cuore contenente il circuito di alimentazione dei LED.
2011 – Hope, Design Francisco Gomez Paz e Paolo Rizzatto. Leggerissima e scomponibile, Hope ripropone la magia dei lampadari della tradizione, interpretandola con sofisticate tecnologie moderne e materiali contemporanei. Una serie di sottili lenti Fresnel di policarbonato moltiplica la luce della sorgente luminosa, ricreando un grade- vole effetto sfavillante, festoso, punteggiato da tanti riflessi.
2014 – Counterbalance, design Daniel Rybakken. Un oggetto che sembra sfidare le leggi della fisica. Orientabile a piacere nello spazio, l’essenziale lampada Counterbalance evoca, nel suo assetto variabile,
il dinamico equilibrio di una scultura mobile. Provvista di un fluido sistema di bilanciamento mediante ruote dentate, il cui contrappeso compensa i movimenti del lungo braccio e garantisce la stabilità dell’elemento diffusore, la lampada è realizzata in acciaio verniciato bianco o nero opaco, con testa a calotta in alluminio.
2016 – Ascent, design Daniel Rybakken. Intimista e concettuale, Ascent esprime numerosi gradi di intensita luminosa, attraverso una dimmerizzazione molto puntuale, resa possibile dalla scheda elettronica collocata
nella testa. I circuiti presenti sullo stelo trasmettono degli input al microprocessore che interpreta il cambio di stato della lampada emettendo, di conseguenza, diversi livelli di luce.
Prodotti diversi fra loro eppure accomunati da una stessa filosofia, incentrata su valori quali sperimentazione tecnologica, materica, estetica e di concept.
A chiusura di questo lungo elenco, anche la sospensione Illan di Zsuzsanna Horvath (presentata nel 2019 e già vincitrice di numerosi premi internazionali), concorrerà al prossimo Premio Compasso D’Oro. E’ stata infatti selezionata per l’ADI Design Index 2020 che verrà presentato il prossimo 3 giugno.
Fonte: Ufficio Stampa Grabriella de Biase