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Il Camino di Palazzo Farnese: un capolavoro del Cinquecento ritorna a splendere grazie a Palazzetti e Fondaco Italia

Il maestoso camino e le statue allegoriche del Salone d’Ercole di Palazzo Farnese, a Roma, brillano di nuovo in tutto il loro splendore grazie al progetto di restauro sostenuto da Palazzetti, in collaborazione con Fondaco Italia.

L’intervento è parte di un più ampio progetto di restauro avviato nel 2021, con l’obiettivo di riportare alla luce la bellezza originaria di questo capolavoro del Cinquecento, attuale sede dell’Ambasciata di Francia in Italia. Il restauro ha necessitato di due mesi di attento e appassionato lavoro da parte del team di restauratori del Consorzio Pragma.

Il camino, protagonista di questa operazione di restauro, domina il Salone d’Ercole con la sua imponente altezza di circa quattro metri e cinquanta. L’opera è fiancheggiata da due figure incappucciate e realizzata in una decina di differenti varietà di marmi policromi. La sua corona è composta da due putti che reggono lo stemma di Ranuccio Farnese. La sua ricca composizione in marmi antichi, come il porfido o il portasanta, evoca un gusto raffinato e antico.

In una perfetta armonia di forme, le curve delle figure femminili o delle conchiglie di nautilus si mescolano con le linee rette e strutturate del design, conferendo un ritmo vivace all’opera. La varietà cromatica dei marmi utilizzati contribuisce a creare un senso di movimento e profondità, mettendo in risalto ogni elemento.

La magnificenza del camino di Palazzo Farnese testimonia l’abilità di Vignola, che ha preso in mano l’incarico dell’arredamento e della parte posteriore del palazzo dopo la morte di Michelangelo. Questa opera sembra infatti un modo per lui di affermare il suo talento e mettere in pratica le sue teorie, con ornamenti che rispecchiano quelli presenti nella prima pagina del suo trattato Regola delli cinque ordini d’architettura, pubblicato per la prima volta nel 1562.

L’ultimo significativo intervento di restauro su queste opere risale al biennio 1928-1929, sotto la direzione dell’architetto Emmanuel Pontremoli.
Oggi, la famiglia Palazzetti e Enrico Bressan, Presidente Fondaco Italia, celebrano il ritorno alla bellezza di questo elemento iconico dell’arredo del Salone d’Ercole.

Christian Masset, Ambasciatore di Francia in Italia, si è rallegrato del restauro di queste opere imprescindibili da Palazzo Farnese: “Voglio ringraziare lo sponsor, il Gruppo Palazzetti, e Fondaco Italia, che
intervengono in un momento di grande cooperazione tra Francia e Italia per la protezione del nostro patrimonio”.

Chiara Palazzetti, Amministratore delegato Palazzetti Spa, ha raccontato il valore simbolico che questo restauro rappresenta per gli intenti della sua azienda: “Il restauro a Palazzo Farnese, uno dei più bei palazzi rinascimentali di Roma, è per noi simbolo di una perfetta corrispondenza di spiriti e intenti. Essere qui oggi ha un profondo significato: l’impegno nel restauro di questo camino monumentale è tappa importante nel cammino di tutela del patrimonio artistico italiano, parte integrante della nostra storia di imprenditori. Questo intervento inoltre ci lega in modo particolare alla Francia – Paese che in questo splendido palazzo ha trovato la sua “casa oltreconfine” – nella consapevole responsabilità che questi capolavori, frutto della saggezza eterna dell’arte, possano portare sempre il loro messaggio, con voce nitida e forte, all’uomo di oggi e di domani!”

Enrico Bressan, Presidente Fondaco Italia, ha manifestato la sua gratitudine e soddisfazione per la partecipazione ad un così illustre progetto: “Siamo grati all’Ambasciatore Christian Masset e a tutti i suoi collaboratori per aver reso possibile questo progetto. Realizzare questo restauro grazie a Palazzetti, gruppo leader a livello internazionale nel settore del riscaldamento domestico, è motivo di grande soddisfazione per noi a dimostrazione di un’imprenditorialità illuminata che fa della cura del patrimonio artistico una parte integrante della propria attività aziendale. Questa è la forma autentica e concreta di responsabilità sociale d’impresa, di sostenibilità nei riguardi dell’arte, un gesto d’amore per rendere, con un gioco di parole, ancor più bella la bellezza”.

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